JSDAY 2019
Lettura 3 minutiOrmai un evento immancabile nel calendario dei bitbulli: due giorni all’insegna di nuovi spunti di riflessione, networking e team building.
Mercoledì 8 e giovedì 9 maggio a Verona si è tenuto il JSDay 2019. E io, da new entry nel team Bitbull, non potevo ovviamente mancare!
Due le possibili track messe a disposizione nell’agenda di quest’anno per offrire il maggior numero di informazioni ed idee possibile. Di seguito un breve recap di alcuni talk. Qui troverete, invece, l’elenco completo.
Ad aprire le danze di questa edizione il keynote Javascript and the Polyglot Web di Massimiliano Mantione, nel quale è stata narrata la storia di Javascript, dalla sua nascita ad oggi, di come sia diventato la tecnologia su cui si basa il web. Ma potrebbe avere un competitor: Wasm… we’ll see.
Dear Javascript… no non è l’inizio di una lettera d’amore. O forse sì? Così Alessandro Cinelli ha intitolato il suo talk per raccontarci qualche aneddoto sulla sua esperienza negli anni con questo linguaggio. Sicuramente un must watch per i developer alle prime armi e un bel ripassino per i più esperti.
C’è chi ha preferito, invece, giocare a rendere smart il proprio posto di lavoro. Anna Backs e Christina Zenzes, con il loro intervento intitolato Building Automation in the browser - An experience report, ci hanno mostrato come sono riuscite insieme al loro team a controllare da remoto, via browser, le luci, la temperatura, le finestre del loro ufficio e, non meno importanti, macchina del caffè, biliardino e tavolo da biliardo!
Max Gallo con il suo Reinventing RxJS trasmette un messaggio che va al di là di RxJS. Conclude infatti dicendo “disassemble, reinvent, learn, share“: concetti molto importanti ed applicabili in tantissimi contesti.
Con Evolutionary UI: Change as a first-class citizen in the modern frontend world Giamir Buoncristiani e Rufus Raghunath hanno invece voluto parlarci dell’approccio al cambiamento, di come da intimidatorio dovrebbe diventare sfidante, fornendoci spunti di riflessione su temi, sicuramente da approfondire, quali fitness functions e micro-frontend patterns.
Il secondo giorno inizia con il keynote di Gant Laborde intitolato Join the Revolution. Motivato da esperienze personali, ha parlato di machine learning, di quello che questa tecnologia oggi fa e di quello che, in futuro, dovrebbe fare per migliorare la vita delle persone anche e soprattutto in ambiti molto importanti, come la medicina. Laborde ci invita a metterci in gioco e a prendere parte a questa rivoluzione in prima persona per fare la differenza.
Francesco Strazzullo è andato controcorrente: in una realtà dove i framework JS sono estremamente popolari, nel suo talk intitolato A DIY guide to building your own Rendering Engine, ci ha illustrato come manipolare il DOM senza l’utilizzo di alcun framework e senza perdere nulla a livello di rendering e di performance.
Diversamente la pensa Geisy Domiciano con Ways to architecture your VUE/NUXT app, talk con il quale ci fa riflettere su quante siano le possibilità e le variabili da analizzare quando ci si trova a dover decidere l’architettura di un’applicazione senza, però, perdere mai di vista la scalabilità.
Infine, il secondo giorno si conclude con un vero e proprio inno all’open source grazie all’intervento di Sharone Zitzman intitolato Game of Open Source: A Tale of Hype & Mire.
Tirando le somme, sono stati due giorni pieni ed estremamente interessanti.
Curiosi di approfondire? Qui troverete tutti i talk con le relative slide.
E se non è abbastanza, siamo stati anche al PhpDay!
Articolo scritto da
Ludovica Gherardini☝ Ti piace quello che facciamo? Unisciti a noi!